30 dicembre 2010

NAAN MAHAAN ALLA




Andare al cinema a Chennai è entrare nel ring.

Erano appena le 18.30 quando il cassiere del Sangam Theatre mi dice che gli sono rimasti due posti, finalmente, dopo un pomeriggio passato a setacciare ogni cinema nei dintorni riesco ad avere tra le mani un biglietto. Tutte le sale della città erano fully booked come da normale routine.
Me la sono presa comoda prima di entrare pensando che fosse il momento dei trailer e delle pubblicità di turno, prima dell’inizio del film c’era ancora tempo. Questo pensavo, ma non era così. Il cinema è una specie di tempio, o meglio, uno stadio, nel quale una volta entrati l’attenzione si concentra solo sul motivo per cui hai deciso di essere lì. Tutto sembra suggerire che il film non può e non deve aspettare o la gente diventerebbe impaziente e nervosa e il proprietario del multisala non riuscirebbe ad incastrare nel tempo che ha a disposizione (dalla nove di mattina alle una di notte..) così tanti spettacoli per soddisfare altrettante richieste.
Alle 18:40, orario scritto sul biglietto, entro nella sala buia già affollatissima e scoppia un boato. Per poco non scivolo dalle scale dallo spavento, non capivo che fosse successo, la mia mente storicamente pessimista aveva già immaginato le peggiori sciagure. Ci metto un po’ a realizzare che era solo un urlo collettivo di ammirazione . Un urlo di dimensioni titaniche. Un urlo che non veniva dalla gola ma dallo stomaco, dagli occhi, dalle ossa. Era tutto a posto, niente feriti, solo una scritta Tamil sullo schermo . Più tardi avrei capito che si trattava di un nome: Yuvan Shankar Raja. E chi è? Un attore? Un semidio? Ancora più tardi ho scoperto che era un compositore, l’autore della colonna sonora, uno dei più amati in Tamil Nadu, terra di A.R. Rahman e di molti altri Mozart del Nuovo Millennio.
Incredibile è il rapporto che in questo stato dell’India gli spettatori hanno con la pellicola, ma soprattutto con le star, con il regista, e anche con tutto il cast tecnico dei quali si ricordano e invocano a mo’di preghiera TUTTI i nomi e cognomi. La passione viscerale è così sfrenata e avvolgente da far apparire appena freddini gli amici di Mumbai che battono le mani, esultano o lasciano sfuggire una lacrima di commozione.


E adesso il film.
Naan Mahaan Alla, tradotto in italiano, Non Sono Un Santo. Già dal titolo mi ha conquistata, alla prima visione nel caos del cinema di Chennai avevo i brividi, la rabbia di Jeeva mi era entrata dentro e non mi abbandonava. La seconda volta che l’ho visto, tra le mura di casa, l’ho trovato ancora più convincente, per un po’ ho avuto la sensazione che uscendo dalla porta della stanza ci fosse direttamente il Nehru Park affacciato sulla Statale n.4, mi sembrava anche di sentire nuovamente lo stesso frastuono.


TRAMA
Jeeva (Karthi Sivakumar) è un ragazzo comune, con i suoi difetti, con le sue pigrizie e incertezze, con i suoi vizi , con la barba incolta e la maglietta sudata, mangia nelle bancarelle per strada, non evade la realtà in grandiose sequenze oniriche ma la vive senza lamentarsi, sente il rumore del traffico, invita la sua ragazza (Kajal Agarwal) a prendere un gelato al mall più vicino, esce con gli amici, insulta, si ubriaca, piange, urla, tace. La sua vita normale si interrompe il giorno in cui il padre (Jayaprakash) viene ucciso a sangue freddo senza alcuna ragione apparente. Da quel giorno Jeeva rifiuta di collaborare con la polizia e prima che la banda criminale possa mettere in pericolo la sua famiglia, decide di farsi giustizia da solo.


Naa Mahan Alla si evolve seguendo il più classico schema della cinematografia Tamil contemporanea: c’è una storia d’amore, c’è la quotidianità delle strade di Chennai e un ritratto efficace della nuova generazione in parte tradizionale e in parte globalizzata, c'è il male e l'oscuro pronto a colpire, c'è la passività di chi sta in alto e la corruzione di chi è pronto a tutto per nascondere le proprie macchie o per raggiungere i propri obiettivi. L’inefficienza delle istituzioni mette a repentaglio la sicurezza delle persone comuni, oneste, che vivono la loro vita pacifica e che con gli imbrogli dell’underworld non dovrebbero avere niente a che fare. Nel momento in cui i due mondi si incontrano, e del sangue viene versato, tutto è destinato a cambiare. Il regista sceglie di dividere nettamente i due percorsi dello stesso personaggio come se il prima e il dopo fossero due vite distinte, niente di ciò che caratterizza l’inizio del film viene poi ripreso nella sua conclusione. Come Jeeva il film segue gli eventi e da essi è trasformato, non può in alcun caso guardarsi indietro perché la sua vista è diversa , la frattura ha avuto inizio.
Occhio per occhio e dente per dente. Restare ad aspettare il corso della giustizia diviene per Jeeva inutile e pure pericoloso. Il film propone una scelta coraggiosa e il ragazzo della porta accanto si trasforma in un eroe dalla forza inarrestabile e quasi mitica, le sue intenzioni sono nobili anche se trionfano passando per una strada secondaria, violenta, legalmente non riconosciuta come possibile.
Jeeva diviene un eroe e un villain al tempo stesso, la sua brutalità spaventa, la sua ricerca di vendetta e trionfo sull’ingiustizia (che probabilmente resterebbe impunita) diviene l’esorcismo delle inquietudini stesse dell’uomo. Nelle sequenze d’azione c’è dolore, sofferenza fisica, sangue, morte, niente viene risparmiato allo spettatore anche se le immagini sono montate con estremo stile, ritmo e cura nei dettagli, neanche fossero una danza tribale. La realizzazione scenica esibisce un tecnicismo strabiliante che è in contrasto con il messaggio delle azioni stesse.
Karthi Sivakumar è un giovane attore figlio d’arte (suo padre è la star Sivakumar) e fratello dell’attuale attore di punta, l’affascinante Surya. Ha debuttato nel mondo del cinema solo nel 2007 (aveva già 30 anni) ma la sua filmografia è già una lista di soli successi. Fisicamente robusto e non palestrato, Karthi è il prototipo del ragazzo tipo che puoi incontrare in una strada di Chennai, accattivante ma non inarrivabile modello, i suoi occhi sono dispettosi e senza veli, a volte luccicanti come quelli di un bimbo a volte persi nel buio come quelli di un uomo che ha già incontrato i lati più oscuri e ingiusti della vita. L’attore, il cui naturale linguaggio del corpo tradisce una spontanea indolenza, è pronto a raccogliere sovraumane energie per trasformarsi , in un solo attimo, nell'eroe dall’aura mitologica.

Non so quanto aver visto il film direttamente sul grande schermo, e in una cornice straordinaria, stia influenzando il mio giudizio, anche in seguito a visioni successive continuo a trovarlo del tutto privo di punti deboli o difetti. La colonna sonora contiene pochi ma indimenticabili brani, la musica di sottofondo segue l’emotività delle scene, la fotografia è impeccabile, la realizzazione delle sequenze d’azione è a dir poco spettacolare ( anche Dabangg ne sarebbe invidioso ), le interpretazioni si incidono nella pelle con un punteruolo, la commedia e la tragedia vengono sapientemente gestite con la stessa intensità.
Le vita quotidiana, l’attesa dell’amore, la gioia e poi l’abisso.
Naan Mahaan Alla è un film che non riesco a dimenticare.


Il mio giudizio (totalmente blind e immovibile) ***** 5/5



THE TIMES OF INDIA *** ½ 3,5 /5
Giudicato un film capace di coinvolgere dall'inizio alla fine oltre che la miglior interpretazione di Karthi Sivakumar. Il giudizio dei lettori alza ulteriormente il punteggio del film arrivando a **** 4/5



ANNO: 2010


LINGUA : Tamil


TRADUZIONE DEL TITOLO : Non sono un santo

REGIA: Suseenthiran


CAST

Karthi Sivakumar………………………… Jeeva
Kajal Agarwal …………………………… Priya
Jayaprakash ……………………… il padre di Jeeva
Soori ……………………… Ravi
Krishna Priya ………………… Keerthi
Ravi Prakash …………………………Sudharsan
Adurldass …………………………… Kutti


COLONNA SONORA : Yuvan Shankar Raja (se siete in Tamil Nadu … attenti all’urlo )
Testi di Muthukumar & Yugabarathi

PLAYBACK SINGERS : Yuvan Shankar Raja, Tanvi Shah, Javed Ali, Shilpa Rao, Haricharan, Madhu Balakrishnan,

15 dicembre 2010

DO DOONI CHAAR




Poco pretenzioso ma divertente, Do Dooni Char è uno di quei film a basso budget che riescono a rimanere a galla contrastando una schiacciante concorrenza ( è stato distribuito la stessa settimana di Robot , dispendiosa pellicola tamil con Rajinikant e Aishwarya Rai) e dei quali non si sa niente, o quasi, prima dell’uscita nelle sale. Senza troppi investimenti in campagne pubblicitarie, trailer, spot etc.. , la sua sola leva promozionale è stata la notizia del ritorno della coppia Rishi Kapoor / Neetu Singh, insieme sullo schermo dopo trenta anni di stop. Il successo commerciale è stato frutto di un frenetico passaparola e delle buone recensioni delle testate giornalistiche e siti web di riferimento. Il regista debuttante, Habib Faisal, già sceneggiatore di alcuni film marcati Yash Raj, crea qualcosa di equilibrato, nuovo e semplice, ugualmente appetibile per un pubblico nazionale e internazionale.


TRAMA

Santosh Duggal (Rishi Kapoor) è un insegnante di matematica che fatica ad arrivare a fine mese; dopo il matrimonio ha convinto la moglie Kusum (Neetu Singh) a lasciare il suo impiego di bibliotecaria per dedicarsi solo alla famiglia, ma ora, con la globalizzazione e l’insorgere continuo di nuove esigenze, si accorge che il suo stipendio non basta più. Mentre i due cercano di mantenere il controllo del bilancio familiare con una serie di estenuanti conti e tabulati, i figli sognano mp3, nuovi elettrodomestici , magliette firmate e vorrebbero sostituire il vecchio scooter con una comoda e graziosa automobile. Come fare per stare al passo coi tempi ? I figli ci provano con le scommesse clandestine, lavori part time , fino all’illusione di vincere un concorso a premi … ma è possibile ottenere beni di lusso vivendo in quattro con un solo stipendio?


Neetu e Rishi fianco a fianco sono già uno spettacolo imperdibile di per sè ed è facile ritrovarsi a rimpiangere quello che ci siamo persi finora (trenta anni sono troppi... Neetu perchè sei sparita??) ma il film ha anche un’altra brillante star, Aditi Vasudev, adorabile il personaggio di Payal, teenager spigliata e mascolina. Imperdibile la chimica della giovanissima attrice con il veterano Rishi Kapoor, l’inadeguatezza del timido bonaccione prof. Duggal vacilla davanti all'approccio pratico della cosiddetta “nuova generazione” meravigliosamente rappresentata dalla figlia, sbarazzina, dai capelli corti e amante dei motori.
Il film esaspera ( e lo fa in modo alquanto divertente) l’isteria collettiva legata al desiderio di un’automobile, e non un’automobile qualsiasi, un’automobile NUOVA. Il passaggio dalle due alle quattro ruote diviene una moltiplicazione delle proprie possibilità ( o meglio, impossibilità) di fronte ad una tentazione. Una vittoria che , se riuscita ad afferrare, segnerà l'inserimento anche solo apparente in un nuovo status .
Allegramente schiavi di una società che vuole tutto sommato solo apparire, attraverso il possesso di beni di lusso, mode e comodità, i personaggi vedono un esorcismo alle proprie paure e insicurezze. La frustrazione dovuta alle crisi economiche accende una serie di domande, soluzioni ed espedienti, ma la tovaglia tirata da una parte e dall’altra continua a rimanere corta.

Do Dooni Chaar è stato girato completamente a Delhi con molto cuore e con pochi sforzi. A volte il solo calore liberato da interpretazioni genuine, credibili e oneste può bastare ad arricchire una trama scheletrica tanto da farla funzionare alla grande. Ma il sipario cala troppo in fretta. Purtroppo il climax arriva di colpo e sigilla la storia come la serranda di un garage, per esigenze di tempo il regista si è trovato a dover troncare con le cesoie l’evoluzione del film facendo nascere un prematuro lieto fine dentro il limite ( proabilmente imposto dalla Disney) di 118 minuti.


il mio giudizio sul film : *** 3,5 /5



RECENSIONI :

- THE TIMES OF INDIA ***

Semplice, dolce e sensibile: Do Dooni Chaar è un'ode alla categoria degli insegnanti. La famiglia Duggal è la più calda e la più realistica vista recentemente sul grande schermo. DDC va goduto per le deliziose interpretazioni di Rishi e Neetu Kapoor e dei due attori più giovani. E' una celebrazione della straordinarietà della gente comune offerta con verve e con gusto.
Nikhat Kazmi, 07.10.10 (Testo integrale. clicca qui.)


- HINDUSTAN TIMES ****
Questo film intrattiene in modo fenomenale, ed offre performance brillanti da parte di alcuni dei migliori attori cinematografici in circolazione, oltre a rappresentare un sorprendente, sicuro debutto per il regista. Affidatevi a Do Dooni Chaar e non rimarrete delusi.
Mayank Shekhar, 09.10.10 (Testo integrale clicca qui)



ANNO: 2010

TRADUZIONE DEL TITOLO : Due e due quattro

REGIA: Habib Faisal

DISTRIBUITO DA : Walt Disney Pictures


CAST:

Rishi Kapoor ……………………Santosh Duggal
Neetu Singh ……………………… Kusum
Aditi Vasudev ………………………Payal
Archit Krishna …………………Sandy


COLONNA SONORA: Meet Brothers & Anjan (testi di Manoj Muntashir)


SITO UFFICIALE DEL FILM : Clicca qui.


QUALCOS'ALTRO:

- Il titolo Do Dooni Char è lo stesso di una commedia del 1968 interpretata da Kishore Kumar

- L'attrice Neetu Singh aveva lasciato definitivamente le scene nel 1982 dopo il matrimonio con Rishi Kapoor, la coppia, prima del ritorno ufficiale con questo film, è apparsa per la prima volta insieme dopo decenni nel finale di Love Aaj Kal (ma solo per alcuni secondi), love story prodotta e interpretata da Saif Ali Khan.

- Tra i film più famosi della coppia Rishi & Neetu Kapoor, ricordo: Amar Akbar Anthony, Khel Khel Mein, Rafoo Chakkar , Doosra Aadmi e Kabhie Kabhie.


- Il successo di Do Dooni Char è stato una vera e continua sorpresa, dopo un box office promettente e ottime recensioni la vincita del prestigioso National Award come Miglior Film Hindi. Approfondimenti nell'articolo di Cinema Hindi.


05 dicembre 2010

ANJAANA ANJAANI


Finalmente un'altra (dopo I Hate Luv Storys) piacevole commedia sentimentale!
Replicare e perpetuare modelli romantici conosciuti, rinnovare i linguaggi e le situazioni,  saper divertire e rassicurare pur senza sorprendere, è un'arte. Bravi Siddharth Anand, che fa meglio che con il precedente Bachna Ae Haseeno, Ranbir Kapoor e Priyanka Chopra. 
I film d'amore non sono tutti uguali.

TRAMA

Due ragazzi delusi dalla vita, Akash (Ranbir Kapoor) e Kiara (Priyanka Chopra), si incontrano sul ponte George Washington di New York mentre tentano il suicidio. Ad entrambi va male (bene, in verità) e  si ritrovano in ospedale con lievi lesioni. Da quel momento inizierà la loro avventura insieme.

RECENSIONI

The Times of India ***
La nuova coppia formata da Ranbir Kapoor e da Priyanka Chopra funziona. I loro personaggi sono riconoscibili e urbani. Le performance sono vibranti, spontanee, ricche di sfumature. Il problema risiede nella sceneggiatura e nella narrazione. Il regista sceglie il format del road movie, ma sembra tutto piatto e prevedibile. Così, malgrado la coppia protagonista faccia scintille, Anjaana Anjaani non infiamma lo schermo. Offre solo alcune piacevoli sequenze, una colonna sonora (composta da Vishal-Shekhar) piena di energia, e le brillanti interpretazioni di Ranbir e di Priyanka. Se non cercate nulla di nuovo, allora vi divertirete.
Nikhat Kazmi, 30.09.10
La recensione integrale.

Hindustan Times * 1/2
In ogni pellicola convenzionale e scontata come Anjaana Anjaani i due protagonisti prima si odiano, poi diventano amici, ed infine scivolano nell'amore eterno. Il climax si svolge di solito all'aeroporto o alla stazione. L'eroe o l'eroina corre verso il partner della sua vita. Fra il primo incontro e la sequenza all'aeroporto dovrebbe esserci una trama, delle possibili sotto-trame, conflitti, altri personaggi. AA sfortunatamente non ha nulla di tutto questo. Ranbir Kapoor, la star, rimane la sola grande idea in un film nel quale non esiste una storia. Sappiamo perchè questi prodotti si ripetono all'infinito: se funzionano, arricchiscono i produttori. Come al solito, solo business.
Mayank Shekhar, 01.10.10
La recensione integrale.

Diana *** 1/2
Nonostante  un inizio poco plausibile e uno sviluppo della trama piuttosto prevedibile, Anjaana Anjaani è un film davvero carino. Ranbir Kapoor e Priyanka Chopra sono brillanti, convincenti ed insieme funzionano. Alcuni degli episodi che li vede coinvolti  sono spassosi e teneri mentre per la colonna sonora si poteva fare di più.
Due ore e mezza di dolce divertimento.

Il bello:

-  I tentativi frustrati di Akash e Kiara di porre fine alle loro vite.

- Akash e Kiara in mezzo all'oceano. Un mesaggio dentro una bottiglia tra le onde.

Il brutto:

- A tratti si ha l'impressione che Priyanka Chopra si sia ritoccata le labbra. Speriamo di esserci sbagliati.

SCHEDA DEL FILM

Cast:
Akash - Ranbir Kapoor
Kiara - Priyanka Chopra
Kunal - Zayed Khan (Special appearance)
Il dottore - Tanvi Azmi
L'amico di Akash - Vishal Malhotra

Regia di Siddharth Anand

Prodotto da Sajid Nadiadwala e Sharan Kapoor

Musiche: Vishal Dadlani (I Hate Luv Storys) e Shekhar Ravjiani (I Hate Luv Storys)

Coreografie: Ravi K. Chandra

Distribuito da Eros Entertainment

Anno: 2010

CURIOSITA'

- Alcune trovate di  Anjaana Anjaani possono richiamare lontanamente  le pellicole hollywoodiane Piovuta dal cielo con Sandra Bullock e Ben Affleck, e Serendipity, con John Cusack e Kate Beckinsale.
In realtà Anjaana Anjaani oltre ad essere migliore di entrambe,  è in tutto e per tutto un film a sè stante.


- Durante la promozione del film è stato annunciato che Akash e Kiara sarebbero diventati protagonisti di una graphic novel.
L'articolo integrale.

- Sembra che Ranbir Kapoor abbia collaborato alla ideazione della colonna sonora di Anjaana Anjaani.
L'articolo integrale.

30 novembre 2010

PUSHPAK




Pushpak – a silent speaking movie / un film muto parlante. Nalla sua tagline c’è già una promessa.
Il termine prende in custodia un’ immagine mitologica indiana, la "Pushpaka Vimana", leggendario carro alato del Ramayana. Dipendente dal suo eccezionale protagonista, Kamal Haasan, il film è un teatro dell’assurdo che indaga all’interno del mestiere di attore creando artisticamente una comunicazione altra, nuova, superlativa, che si schiude lentamente. Questo è il cinema che vuole raggiungere, sperimentare, interrogarsi. Questo il cinema che tutti dovrebbero conoscere.


TRAMA

Un giovane laureato è alla disperata ricerca del lavoro quando trova, delirante e buttato su un marciapiede, un ricco industriale completamente ubriaco. Il suo desiderio di poter gustare, anche solo per un giorno, il sapore della ricchezza diviene una sfrenata passione morbosa . Dopo aver nascosto l’imprenditore nel suo appartamento decide di sostituirsi a lui e soggiornare nel lussuosissimo hotel Pushpak, residenza a cinque stelle la cui immagine maestosa l’aveva fatto sognare più di una volta. L’uomo, che era completamente solo al mondo, non viene cercato né identificato da nessuno, tanto che il ragazzo ha modo di valutare indisturbato i benefici , e i limiti, della sua improvvisa vita da milionario.


La parola, il primo degli istinti umani, viene abbattuta e spogliata del suo valore. Gli attori, le cui mani sono legate al silenzio, fanno riaffiorare uno ad uno i ricordi di una comunicazione infantile, immediata, libera da ogni vincolo linguistico. La prigionia iniziale diviene passo passo una sfida, la sfida dell’artista con se stesso, la sfida della sovranazionalità dei messaggi e dei sentimenti, ora privati di ogni provenienza geografica e dell’emblema identificativo di una comunità: la lingua, linea di distinzione e confine, primo gradino da abbattere per raggiungere e raggiungersi.

I personaggi, tutti senza nome, appartengono al palcoscenico piuttosto che alla celluloide, sono strani portavoce di una bizzarra e ben orchestrata parodia. Dal mendicante che dorme sopra a un letto di banconote al killer che vuole uccidere la sua vittima con un ghiacciolo, al mago illusionista che fuma sigarette invisibili e beve drink pronti a svanire sotto agli occhi della moglie. Esagerazioni , alterazioni, scene grottesche, disgustose o comiche, sono gli archi che sostengono i messaggi del film , tutt’altro che giocosi o frutto della fantasia, legati ad una realtà inspiegabile attraverso l’uso della ragione. Il folle e il razionale in lotta incontrano il poetico e il simbolico. Dall’unione dei quattro elementi nasce Pushpak.

Il film colpirà soprattutto per la sua satira e il suo humor nero. La costruzione dell’immenso patrimonio del proprietario dell’hotel viene narrata con un'ironica, e buffa, serie di scatti rubati al passato e resa banale dalla sua (teatralizzata) morte e scomparsa dalle scene all’apice dal successo. Il protagonista e la figlia del mago amoreggiano senza alcun rispetto di fronte all’esposizione della salma dell’ imprenditore , il magnate, ora semplicemente un cadavere grigiastro alla mercè dei piagnoni, lascia agli altri il beneficio di godere dei suoi frutti. L'artefice dell'impero del lusso se ne va nello stesso modo in cui muore il mendicante, malridotto, sporco, ma addormentato su un letto di sacrifici e risparmi.


Il mio giudizio sul film : ***** 5/5



ANNO : 1988

REGIA: Singeetham Srinivasava Rao



CAST:

Kamal Haasan…………………… il giovane laureato
Amala ……………………………… La figlia del mago
Tinu Anand…………………………… Il killer
Farida Jalal ……………………………la moglie del mago
P. L. Narayana …………………………Il mendicante
K.S. Ramesh ………………………… Il mago
Ramya ……………………………… la moglie del milionario
Sameer Khakhar ………………… iI milionario
Lokhnat ………………………… il padrone dell’albergo
Prathap Pothan...............l'amante della moglie del milionario


BACKGROUND SCORE: V.S. Narasimhan



QUALCOS’ALTRO:

La città senza nome che vediamo nel film è in realtà Bangalore, il regista è stato molto attento ad evitare alcun segno di riconoscimento durante le riprese, il luogo non doveva essere non individuabile anche se qualunque cittadino avrebbe dovuto riconoscerci almeno un po’ del suo ambiente quotidiano.

Pushpak venne presentato al Festival di Cannes nel 1988

Kamal Haasan, eccellente attore e superstar Tamil, oltre ad essere il protagonista del film ha collaborato con il regista nella sua realizzazione.

22 novembre 2010

AASHAYEIN



Aashayein è il nuovo film di Nagesh Kukunoor, il regista che aveva incatato con Iqbal e convinto con il suo capolavoro Dor. Dopo il discutibile 8x10 Tasveer, Nagesh Kukunoor sbaglia ancora, scrive e dirige una pellicola difficile sulla carta e che sullo schermo non prende il volo. Per lui le prove d'appello stanno per finire.

TRAMA
Rahul Sharma (John Abraham) ha il vizio del gioco. All'indomani di una vincita incredibile chiede alla sua innamorata di sposarlo. La vita di Rahul è felice e fortunata quando gli viene diagnosticato un tumore incurabile ai polmoni; gli rimangono pochi mesi. Rahul decide di passarli lontano da tutti i suoi cari, in una struttura che accoglie i malati terminali.

RECENSIONI
The Times of India ***
La pellicola è rimasta nel limbo per due anni, ma ciò non ne cancella le qualità. Aashayein è un piccolo, sensibile film che getta uno sguardo non falso sulle malattie terminali. L'argomento potrebbe deprimere, ma il regista Kukunoor sceglie la via del bicchiere mezzo pieno: la paura e la disperazione sono rimpiazzate dal desiderio di spremere il bello dalla vita. Aashayein  cattura l'attenzione con la sua grazia gentile e con la sua dignità. Le interpretazioni di John Abraham e di Anaitha Nair sono emozionanti e infondono credibilità al ruolo di malati terminali che celebrano la vita prima del saluto finale.
Nikhat Kazmi, 26.08.10

Hindustans Times * 1/2
Una scena dopo l'altra, che sia una lezione sul karma o sul carpe diem, si arriva dritti a capire che Aashayein  è una serie di colpi mancati, tutti banali: il risultato è infatti ben diverso dalle intenzioni. Il pubblico sa che i personaggi sullo schermo sono malati terminali, e questo suscita immediata simpatia. Il destino non risparmia nemmeno il protagonista. Gli spettatori sorridono, gli occhi si inumidiscono, la manipolazione da parte del film è completa. Il regista è partito con un'idea ma la storia non lo ha seguito.
Mayank Shekhar, 27.08.10

Diana **
Per trattare un argomento così delicato come quello di questo film è necessario avere (almeno) un forte messaggio da condividere, una scenggiatura solida ed una regia rigorosa, altrimenti diventa impervio e pretestuoso avventurarsi per tali strade. Aashayein non gode di nessuno di questi requisiti. Alcuni elementi della trama sono superflui (perchè Rahul vince così tanto denaro prima di sapere che morirà? Per aggiungere un ulteriore rimpianto, uno scherzo del destino? Sembra quasi che ammalarsi di tumore non sia di per sè  sufficientemente tragico); altri elementi sono ampiamente prevedibili. Gli spunti offerti da Aashayein, inoltre, sono piuttosto banali.
Buone invece le interpretazioni degli attori protagonisti. Oltre a John Abraham, che di solito scegli ottimi copioni (Water, Kabul Express, No Smoking, Dostana), bravi Farida Jalal, Girish Karnad e Anaitha Nair (gia vista in Chak de India!).
Un ultimo appunto personale: non si riesce davvero ad immaginare quale persona, con una vita sociale appena decente, vorrebbe passare gli ultimi giorni della sua vita insieme a perfetti estranei, sofferenti e depressi quanto lui, che spesso solo nei (pessimi)  film si rivelano le persone migliori che si siano mai incontrate.

Il bello:
-  John Abraham/Rahul Sharma/Indiana Jones(una bella trovata): promosso!

Il brutto:
-  L'assenza di uno sguardo poetico sulle vicende trattate.

SCHEDA DEL FILM
Cast:
Rahul Sharma - John Abraham
Sister Grac - Prateeksha Lonkar
Padma - Anaitha Nair
Nafisa - Sonal Sehgal
Parthasarthi - Girish Karnad
Xavier - Vikram Inamdar
Madhu - Farida Jalal
Govinda - Master Ashwin Chitale

Scritto e diretto da Nagesh Kukunoor 

Prodotto da Percept Picture Company e T-Series

Musiche di Pritam Chakraborty, Shiraz Uppal, Salim Merchant e Sulaiman Merchant

Anno: 2010

CURIOSITA' 

- Girato nel 2007,  Aashayein ha incontrato diverse difficoltà di distribuzione, uscendo nelle sale solo la scorsa estate.

- John Abraham perse 16 chili per interpretare la sua parte.

- Un film di grande successo con lo stesso tema ed al quale si riferisce lo stesso Aashayein è Anand, del 1971, diretto da Hrishikesh Mukherjee, protagonisti Amitabh Bachchan e Rajesh Khanna.

18 novembre 2010

MAGADHEERA



Magadheera, l’attuale campione d’incassi del Cinema Telugu, è una vivace epopea fantasy impeccabile nella forma, ammiccante e condita da una colonna sonora ad hoc. Antico e moderno si confondono in una storia che è leggenda epica e videogioco al tempo stesso, la scenografia sembra nata da un sogno ad occhi aperti o dalla fantasia di un architetto di qualche parco a tema. Improbabili rievocazioni storiche si uniscono al digitale, l’atmosfera fastosa del passato al global moderno, il commerciale con l’artistico, il quotidiano alla pura e incontrollata evasione.


TRAMA
Harsha (Ram Charan) è misteriosamente attratto da una ragazza che non ha mai visto, sfiorandole appena la mano vede riemergere i ricordi della sua vita precedente, in cui era il guerriero Kalabhairava. Ritrovare Indu (Kajal ), reincarnazione della principessa Mitra, diviene indispensabile per conoscere chi era nel suo passato e quale storia fantastica giace sospesa nel tempo in attesa di un finale.


Dalla trama ci si puà aspettare praticamente di tutto. Un plot classico che propone storie di reincarnazioni viene introdotto in modo fantasioso e altisonante, la favola si tinge di echi storici e scenari grandiosi, cortili reali si intervallano a quotidiane corse in autobus e visite delle rovine di Golkonda, mentre il sogno trascina in deserti di sale, tra i ricordi emergono immagini di infinite parate in costume realizzate sapientemente in computer grafica.

Il protagonista , Ram Charan Teja, figlio della superstar telugu Chiranjeevi , muove i primi passi nel mondo del cinema a ritmo di hip hop ma già brilla di polvere di stelle, Kajal Agarwal è nel film attrice quanto modella, un adorabile volto acqua e sapone dai grandi occhi castani. Gli attori sfoggiano contemporaneamente costumi regali e abiti all’ultima moda, nel guardaroba si contano dorate armature e cappelli da cowboy, minigonne, leggings, semplici salwar oppure abiti sontuosi e seducenti, pesanti gioielli. L’esaltazione della bellezza diviene un elemento quasi obbligatorio, Ram e Kajal appaiono sempre meravigliosi come richiesto dal film, la cui carta vincente è la perfezione estetica unita alla freschezza inebriante del loro giovanissimo fascino.

Nonostante vari punti interrogativi in una narrazione composta a scatole cinesi, Magadheera genera un’ immediata ubriachezza. I tanti elementi, impossibili da incastrare con razionalità, si combinano in modo fluido e convincente; gli effetti visivi e l’eccellenza tecnica dominano sul contenuto, ciò nonostante la sensazione che si ha al termine non è quella di aver assistito ad una fredda messa in scena quanto a una piacevole e stravagante seduzione.



Il mio giudizio sul film **** 4/5


ANNO: 2009

REGIA: S.S. Rajamouli

TRADUZIONE DEL TITOLO : Il grande guerriero

LINGUA: Telugu


CAST:

Ram Charan Teja………………………… Harsha / Kalabhairava
Kajal Agarwal ……………………………… Indu / Mitra
Srihari………………………………………… Sher Khan
Dev Gill…………………………………………… Raghuveer
Sarath Babu……………………………… il re di Udaighar
Rao Ramesh ………………………………. Ghora

Apparizioni speciali di Kim Sharma , Chiranjeevi e Brahamanandan


COLONNA SONORA : Keeravani

PLAYBACK SINGERS: Anuj Gurwara, Ranjit, Shivani, Nikita Nigam , Keeravani, Reeta, Geeta Madhuri, Deepu, Daaler Mehndi



QUALCOS’ALTRO:

La star telugu Chiranjeevi duetta con il figlio Ram Charan nella canzone “Bangaru kodi petta”, girata al porto di Chennai, la canzone è un remix di un successo dell'attore.

L’attrice Kim Sharma (Mohabbatein) è la protagonista dell’item song “Jorsey”

Realizzato con un budget astronomico, il film è tra i più costosi della storia di Tollywood, le spese sostentute dalla casa di produzione di Allu Arvind sono state ampiamente ricompensate dato che Magadheera è divenuto l’attuale (e ancora imbattuto) campione d’incassi della cinematografia Telegu.

Gran parte del film è stata girata presso i Ramoji Film Studios a Hyderabad, alcune sequenze a Kucch in Gujarat (tra cui l’emozionante gara nel deserto tra i due guerrieri), altre in Rajastan, in Karnataka, a Chennai, tra le rovine del Golkonda Fort a Hyderabad e in Svizzera (per la canzone “Nakosam Nuvvu”)

Siva Shankar si è aggiudicato il prestigioso National Award per le coreografie di “Dheera Dheera”, Kamal Kannan ha vinto lo stesso premio per i Migliori Effetti Speciali. Il film ha inoltre sbancato all’edizione 2009 dei Filmfare Awards South aggiudicandosi le statuette nelle categorie : Best Movie, Best Actor (Ram Charan Teja), Best Director (S.S Rajamouli) , Best Music Director (Keeravani), Best Cinematographer (Senthil Kumar), Best Playback Singer (Anuj Gurwara)

Tra gli altri film che propongono il tema della reincarnazione : I bellissimi Karz, Om Shanti Om e Madhumati, il raffinato telegu Arundhati, e i meno coinvolgenti Mehbooba (1976) e Love Story 2050.

03 novembre 2010

GANGOR


In questa quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma sono stati presentati due film indiani: My Name is Khan e Gangor, una coproduzione italo-indiana in concorso, che alla prima di domenica 31 ottobre ha strappato al pubblico in sala 4 minuti di applausi.

TRAMA

Il fotoreporter Upin (Adil Hussain) è in Purulia, nel Bengala, per un'inchiesta che testimoni e denunci le violenze a cui sono sottoposte le donne del villaggio. Conosce Gangor (Priyanka Bose) e ne rimane rapito. E' proprio una foto di Gangor, ritratta mentre allatta il figlio, a finire in prima pagina. L'articolo solleva un grosso scandalo le cui drammatiche conseguenze ricadranno su Gangor e Upin.

RECENSIONI

L'Unità
...Il tema è nobilissimo, ma raccontato con eccessi didascalici, e con buchi di sceneggiatura che rischiano di diventare voragini. Spinelli è un appassionato conoscitore dell’India (tra l’altro, dirige dal 2000 un festival di cinema asiatico che si svolge a Roma) ma le sue buone intenzioni sembrano mescolarsi con quelle, disastrose, del suo protagonista...
Alberto Crespi, 01.11.10
L'articolo integrale.

La Stampa
...senza una sola sfumatura folcloristico-turistica, sa mostrare l’India meno nota e più profonda...
Lietta Tornabuoni, 01.11.10
L'articolo integrale.

Diana **1/2

"Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni sono concordi: la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. E non conosce differenze sociali o culturali: le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti economici. " (Claudia Di Giorgio - La Repubblica). Che si tratta di violenza domestica oppure no.
Gangor affronta il tema dalla parte delle donne che vivono nelle campagne indiane, nei villaggi tribali.
Il film è a tratti duro ma raggiunge lo scopo di sensibilizzare, indurre la riflessione e tocca il cuore. E' girato in modo asciutto, senza morbosità. Peccato che non scavi più a fondo nelle motivazioni di Upin e non sviluppi più diffusamente il tema della solidarietà che matura tra le donne del villaggio, convincendo solo in parte.

Il bello:
- I colori dell'India.
- L'interpretazione di Priyanka Bose: la sua Gangor è affascinante ed intensa.

Il brutto:
- Qualche incongruenza della trama.
Difficile, per esempio, credere che un uomo indiano, un giornalista, perfettamente consapevole della società in cui vive e recatosi a Purulia proprio per documentarne la drammatica realtà, decida di illustrare un articolo contro la violenza sulle donne con la foto di una madre che allatta a seno nudo. Upin viola per primo l'intimità di una donna sola, povera, vulnerabile che vive in un villaggio culturalmente arretrato, nel quale stupri e violenze sono un problema quotidiano.

SCHEDA DEL FILM

Cast:
Adil Hussain - Upin
Priyanka Bose - Gangor
Seema Rehmani - Shital
Samrat Chakrabarti - Ujan

Regia di Italo Spinelli

Prodotto da Angelo Barbagallo, Vinod Kumar e Isabella Spinelli

Musiche di Iqbal Darbar

Anno: 2009

CURIOSITA'

- Video conferenza stampa Gangor a Roma

- Le foto del red carpet

- A Roma, in occasione del Festival, era presente anche Mahasweta Devi, l'autrice del racconto, Dietro il Corsetto, a cui è ispirato Gangor.

- Note di regia di Italo Spinelli.

-L'articolo di The Times of India dedicato a Gangor. (Grazie a Cinema Hindi per la segnalazione)


La pagina del sito del Festival del Film di Roma dedicata a Gangor

27 ottobre 2010

KICK



Parola d’ordine: intrattenere. Ecco un film con cui sfamarsi nelle serate più grigie e noiose, un appetibile pacchetto di commedia, azione e divertimento girato per il suo protagonista , Ravi Teja, popolare star di Tollywood, il cinema indiano in lingua Telugu.
Caratterizzato da leggerezza, vuoto di concetti ma irrefrenabile ritmo e virtuosismo tecnico, Kick conquista con la buonissima qualità di immagini, coreografie, colonna sonora, effetti visivi, locations, scenari e quant’altro. E’ davvero difficile trovargli difetti evidenti. Ad esclusione della caduta libera del finale la storia è speziata , la confezione impeccabile, il contenuto frivolo ma eccitante.


TRAMA

Kalyan (Ravi Teja) è un single esuberante e allergico alla noia, si vanta di essere un anomalo dichiarato e vuole vivere esattamente come gli piace, ogni giorno è una continua ricerca di “kicks” : emozioni, adrenalina, scosse, novità. Rifiutando di attaccarsi etichette si dedica a cambiare continuamente lavoro, contesto sociale , hobby e occupazioni, in attesa di sentirsi finalmente soddisfatto; in amore rifugge dalle storie facili e corteggia disperatamente la giovane Naina (Ileana) che non condivide affatto le sue abitudini e lo disapprova. Stanca delle manie bizzarre del suo ammiratore la ragazza decide di sposare Krishna (Shaam) , serissimo e impostato ufficiale di polizia. Ma Kalyan, come è facile prevedere, non sa stare al suo posto e scatena una serie di intrecci, farse e problemi…


Stilosissimo ed energetico. Difficile scollarsi anche solo per un istante dallo schermo.
Girato tra Hyderabad e la Malaysia (ma pronto a volare all’occorrenza in Svizzera e in Portogallo), il film scappa a gambe levate da ogni romanticheria e come Kalyan, il suo protagonista, ha pronta una risata e una smorfia alla faccia di tutti. Sballato nella trama, ma cosa importa? Puro fumo e niente arrosto, ma cosa importa? Kalyan, o meglio Ravi Teja, modaiolo sbruffone dalla mimica irresistibile, si diverte a prendere in giro se stesso, il film e i suoi oppositori perfettini.
La lunga ma ritmata caccia del gatto al topo sfocia nella commedia piuttosto che sull’azione, si interrompe in simpatiche coreografie di gruppo, come la buffa “I don’t want love” e dream sequences divertenti e sugar free . Cinematography, editing e background score festeggiano i propri virtuosismi mentre Brahmanadam si ritaglia nel film gradevoli parentesi comiche. L’attrice Ileana è fresca e simpatica oltre che altamente provocante ( in pochi dimenticheranno le sue esercitazioni di yoga) e il suo intero guardaroba è da saccheggiare.

A Surender Reddy, regista e sceneggiatore, dovrei però porre una domanda : Il finale smorto.. non si poteva evitare? Dopo aver portato avanti un film così frizzante e gustoso …. Perché abbandonarsi ad una disastrosa scivolata di serietà? Non ci sta bene per niente. Peccato.


Il mio giudizio sul film : *** 3,5 / 5


ANNO: 2009

REGIA : Surender Reddy

LINGUA: Telugu

CAST:

Ravi Teja………………… Kalyan
Ileana…………………… Nisha
Shaam…………………… Krishna
Brahamadam………… Halwa Raj


COLONNA SONORA: SS Taman



QUALCOS’ALTRO:

Salman Khan, sulla scia del travolgente Dabangg progetta di interpretare un remake di questo film per il 2011, la sua partner sarà ancora una volta Sonakshi Sinha. E’ il secondo remake da un film Telugu per Salman, il primo fu Wanted, di Prabhu Deva, tratto dal film Pokkiri.

Il personaggio interpretato da Ravi Teja in Kick presenta somiglianze con quello di Pawan Kalyan in Jalsa, Ileana è la protagonista femminile di entrambi i successi in lingua Telugu.

Tra i numerosi film indiani parzialmente girati in Malaysia il più famoso è certamente Don – the chase begins again, con il sexy- da- urlo King Shahrukh Khan.

18 ottobre 2010

HUM AAPKE HAIN KAUN



A metà strada tra un cartone animato, un documentario sulla vita domestica e il riassunto di un bizzarro telefilm a puntate , Hum aapke hai kaun (chi sono io per te) ispirato al più delicato e poetico Nadiya ke paar ruba il titolo da una frase ricorrente nel suo predecessore, realizzato dodici anni prima dalla stessa casa di produzione. Impossibile seguire il film senza sbadigliare almeno una volta, impossibile non sperare che la lunga saga abbia fine, e che Salman e Madhuri tornino come d’incanto ad occupazioni migliori. Il lento, lentissimo, avanzare della storia viene intervallato da scenette superflue o lunghe chiacchierate, partite di cricket sul giardino di casa mentre giochi di bambini e pesanti sermoni si rincorrono nella trama.

TRAMA

( Vedi Nadiya ke paar)

Le nozze di Rajesh e Pooja riuniscono due famiglie in allegre celebrazioni, durante le quali, Prem, fratello dello sposo si diverte a scherzare e combinare dispetti a Nisha, sorella della sposa. Dalla semplice amicizia nasce una nuova attrazione ma un’improvvisa tragedia li richiama alle proprie responsabilità.


Il suo successo straordinario, confesso, probabilmente incomprensibile agli occhi di uno straniero, fu dovuto alla spettacolarizzazione e alla messa in scena dei rituali e tradizioni di una numerosa famiglia induista. Oltre duecento minuti di saga familiare e ben quattordici canzoni ambientate all’interno di una realtà domestica apparentemente middle class ma indiscutibilmente sfarzosa, ciascun brano musicale ha la sua precisa funzione educativa, che sia spiegare il significato delle celebrazioni, dare colore ai festeggiamenti o scandire un rito di passaggio.

Hum Aapke Hain Kaun deve molto alla frizzantissima presenza di Madhuri Dixit, bellissima, dal sorriso che incanta, dai passi felini, dall’incantevole purezza ed eleganza, e della sua azzeccata collaborazione con uno stravagante Salman Khan, figliolo modello, affascinante, buffo e burlone. Alle loro spalle , set artificiali, vistosi interni, colorate case, giardinetti, un mondo idilliaco degno di una casa di bambole, interrotto dal frastuono delle voci, dalla massiccia presenza di gente ovunque pronta a piangere, sacrificarsi, gioire, ricordare, festeggiare.

I punti deboli del lungo racconto di amore morte e sacrificio sorpassano ampiamente alcune buone caratteristiche e, macchiandomi d’impopolarità, dovrò etichettare uno dei più famosi blockbuster indiani come un prodotto appena mediocre. La stessa storia, che in Nadya ke paar trovava la sua forma essenziale e serena, nello zuccherato remake anni ’80 subisce una drammatica perdita formale. Il budget usato per narrare una trama del tutto identica si innalza notevolmente ma a discapito della naturalezza, coerenza e semplicità che mi avevano fatto amare la versione del decennio precedente. Nel film di Barjatya la scena è governata dall’eccesso, dall’esuberanza, dalla messa in scena di una realtà impossibile, seppur legata idealmente a momenti della vita quotidiana e a rituali che il pubblico condivide e conosce.


Il mio giudizio sul film : ** 2 / 5


ANNO: 1994

REGIA : Sooraj Barjatya


TRADUZIONE DEL TITOLO: Chi sono io per te?


CAST:


Madhuri Dixit………….. Nisha

Salman Khan…………… Prem

Anupam Kher…………. Siddharth Chaudhary

Reema Lagooo…….. Mr Chaudhary

Monhish Bhel……………. Rajesh

Renukha Shahane……….. Pooja

Bindu……………………. La zia di Nisha

Alok Nath…………. Kailsh


COLONNA SONORA : Raamlaxman


PLAYBACK SINGERS: Lata Mangeshkar, Sharda Sinha, Kumar Sanu, Balasubramanian, Udit Narayan, Shailendra Singh


CURIOSITA’

Il film è incluso nella top ten dei più lunghi film di bollywood , accanto a Lagaan (3h44) e Loc Kargil (4h15). Fonte Rediff.com

Nel film Kabhi Kushi Kabhie Gham, Hrithik Roshan intona il ritornello di “Wah Wah Raamji” e Il motivetto indimenticabile di Dilwale Dulhania le Jayenge ricorda molto le note di “Didi tera devar deewana” la canzone portante del film.

Madhuri Dixit vinse il Filmfare Award come miglior attrice, nello stesso anno ricevette ben due nomination, una per Hum aapke hain kaun, e una per la sua performance drammatica in Anjaam al fianco di uno spietato e ruggente Shahrukh Khan.

Salman Khan debuttò con un film dello stesso regista, Maine Pyar Kya (1989) , film romantico amatissimo dai giovani che ispirò la trama di numerose storie d’amore. Mentre la carriera del giovane Salman era pronta al decollo, quella della sua compagna di scena Bhagyashree nonostante il successo del film non riuscì a prendere alcuna direzione. L’attrice, soprannominata “one hit wonder/ meraviglia di un solo successo”, si perse velocemente nell’anonimato , uno dei rari titoli in cui la vediamo apparire di nuovo è Humko Deewana Kar Gaye (2006) dove compare in un ruolo secondario.

NADIYA KE PAAR




Nadiya ke paar canta attraverso le immagini. Un film semplice e poco conosciuto dalla fotografia incantevole, girato con stile ma attento a proteggere la sua dimensione rustica e spontanea. Totalmente ambientato in un villaggio dell’India del Nord, ricreato nei dettagli appositamente per il film, celebra la ciclicità della vita, il susseguirsi degli eventi che la cambiano irrimediabilmente, la forza dei legami, la scintilla scoppiettante dell’attrazione, l’amore innocente e puro, l’armonia, il dolore, il senso del dovere e la negata libertà di scelta di fronte alle tradizioni.


TRAMA
Le nozze di Omkar e Roopa riuniscono due famiglie in allegre celebrazioni, durante le quali, Chandan, fratello dello sposo si diverte a scherzare e combinare dispetti a Gunja, sorella della sposa. Dalla semplice amicizia nasce una nuova attrazione ma un’improvvisa tragedia li richiama alle proprie responsabilità.



La belle colonna sonora di Ravindra Jain, la pura liricità delle immagini, conferiscono un qualcosa di assolutamente speciale ad un film quieto, silenzioso e modesto, che, se non fosse stato girato con così tanta cura e passione, non avrebbe avuto niente di nuovo da offrire e sarebbe potuto sprofondare facilmente nel patetico e nel melò ( come accadrà al suo remake anni ’90 Hum Aapke hain Kaun). Il fatto che gli attori non fossero acclamate superstar, ma volti semi – sconosciuti ha aiutato la narrazione a concentrarsi sui rapporti tra i personaggi rispetto che sui loro volti , le scelte, anche le più dolorose e irrazionali grazie a questo divengono coerenti e comprensibili.

La naturalezza diviene la parola d’ordine e il vero protagonista è il paesaggio, la terra in cui nascono i protagonisti, la società nella quale vivono e muoiono, gli equilibri familiari per i quali sono disposti a sopprimere le proprie passioni, la vita rurale con i suoi usi e costumi, le sue strade polverose, i tramonti, gli aridi paesaggi, il tranquillo e quieto scorrere del fiume.



Il mio giudizio sul film *** 3,5 / 5


ANNO : 1982

REGIA: Govind Moonis


TRADUZIONE DEL TITOLO: Accanto al fiume


CAST:


Sachin…………. Chandan
Sadhana Singh………… Gunja
Mitali……………………….. Roopa
Inder Thakur…………… Omkar
Leela Mishra……………….. Kakhi


COLONNA SONORA: Ravindra Jain

PLAYBACK SINGERS: Hemlata, Jaspal Singh



QUALCOS’ALTRO


I dialoghi del film sono interamente scritti in Bhojpuri Hindi, e il villaggio è stato idealmente riprodotto per assomigliare ad una località dell’Est Uttar Pradesh.


La frase più celebre del film “Hum aapke hain kaun? / chi sono io per te ?” ,pronunciata ripetutamente dai protagonisti, diventerà il titolo del remake di Sooraj Barjatya nel 1994.


Il regista, Govind Moonis, lavorò alla sceneggiatura di molti film hindi, tra cui Chalti Ka Naam Gadi, commedia di successo con Kishore Kumar che gli fece vincere un Filmfare Award come Best Writer e Raat aur Din di Satyen Bose, celebre doppio ruolo (e ultimo film) dell’attrice Nargis.



15 ottobre 2010

PEEPLI [LIVE]


Peepli [Live], prima pellicola indiana in assoluto presentata al Sundance Film Festival, proiettata, fra gli altri, alla Berlinale, e che tenterà di entrare nella cinquina delle pellicole straniere in concorso agli Oscar, insegna un paio di cose interessanti sul cinema hindi. PL è un piccolo originale film privo di star - se si esclude la special appearance di Naseeruddin Shah -, di coreografie, di location estere, di lusso patinato, di scene romantiche e d'azione. Eppure al botteghino ha incontrato un lusinghiero successo, oltre a soddisfare la critica. Per quanto le vicende narrate siano piuttosto semplici, PL ha dalla sua una sceneggiatura che, soprattutto nel secondo tempo, sostiene efficacemente la pellicola guarnendola di una massiccia dose di ironia. Non solo: il produttore Aamir Khan, che non compare nel cast, ha promosso PL con energia, mezzi e grande disponibilità personale, dimostrando all'industria cinematografica di Mumbai che impegnarsi anche su film non commerciali alla fine paga. Segnaliamo un esempio altrettanto eclatante: la produttrice Ekta Kapoor che è riuscita ad imporre a pubblico e critica una pellicola ostica e innovativa come Love Sex Aur Dhokha.

Nel primo tempo PL è spruzzato di neorealismo, con qualche lentezza di troppo che ricorda il cinema dell'Europa orientale. Raghubir Yadav è stellare, ma anche gli attori comprimari regalano interpretazioni godibilissime. Nel secondo tempo il ventaglio di personaggi si allarga. PL cambia registro e si trasforma in graffiante satira, mettendo alla berlina l'inerte, corrotta burocrazia, la politica opportunista e slegata dalla realtà, ma soprattutto la gestione discutibile delle notizie da parte dei mass-media.
E qualcosa in più: PL offre un retrogusto amaro che impedisce di abbandonarsi al riso e che induce a riflettere. Una media di 41 suicidi al giorno di agricoltori indebitati in India è una cifra sconvolgente. Esseri umani che si tolgono la vita perchè privi di mezzi basilari di sostentamento. Al confronto, i nostri problemi quotidiani diventano di una banalità imbarazzante. Osservare tanta disperazione - seppur rappresentata in modo non pesante nè retorico - lascia sgomenti. La domanda che il film pone è: ma noi spettatori siamo poi tanto eticamente diversi dagli indolenti burocrati, politici, giornalisti mostrati in PL?

Apprezziamo PL non perchè denuncia una piaga sociale, bensì perchè illumina un anfratto oscuro celato in noi, un grumo di egoismo e indifferenza di cui dovremmo (seriamente) vergognarci.

TRAMA

Budhia (Raghubir Yadav) e Natha (Omkar Das Manikpuri) sono contadini, e vivono coltivando un fazzoletto di terra ereditato dal padre e purtroppo ipotecato. Non hanno i soldi per pagare la rata dell'ipoteca, e dunque la banca è pronta alla confisca. Nessuno vuole o può essere d'aiuto. Natha decide allora di suicidarsi per garantire alla famiglia un consistente contributo governativo. La decisione di Natha arriva alle orecchie di un reporter locale, Rakesh Kapoor (Nawazuddin Siddiqui), che gira la notizia al suo idolo, la giornalista televisiva Nandita Malik (Malaika Shenoy).

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* L'episodio dell'evacuazione (intestinale) del povero Natha. Esilarante. Esilarante? Un incubo!

RECENSIONI

The Times of India: ***1/2
Peepli (live) è un piccolo film che mostra la vera India senza mascherare le contraddizioni della nostra annaspante democrazia. PL si sviluppa in una fresca, efficace satira che volge ironicamente lo sguardo sul deterioramento delle aree rurali, sul divario col mondo urbano, sulla burocrazia non in sincronia con la società civile, sulla classe politica menefreghista, sui famelici mass-media, e sulla totale indifferenza nei confronti del Paese reale e dei suoi problemi. Il punto di forza di PL è la sceneggiatura, intelligente e sfrontata, ed ancor più i personaggi. Reclutare gli attori dal famoso Naya Theatre di Habib Tanvir è stata una mossa vincente per l'esordiente regista Anusha Rizvi. Raghubir Yadav, Omkar Das Manikpuri e Farukh Jaffer rubano la scena. Una menzione speciale per la colonna sonora. PL verso la metà tende a diventare ripetitivo, ma rappresenta comunque un documento forte e vivace dell'"altra" India, quella non illuminata dai riflettori. Un nuovo asso nella manica per Aamir Khan, questa volta in veste di produttore di un film che ha molto da dire, senza essere noioso o didattico.
Nikhat Kazmi, 12.08.10

Hindustan Times: ****
Peepli (live) supera il test più importante per un film che narri le vicende di uomini comuni: il pubblico si chiede davvero se i personaggi sullo schermo siano reali o attori. La satira è irresistibile, il sub-testo stimolante. La divertente sceneggiatura (Anusha Rizvi) è ispirata in modo immacolato. A dire il vero i mass-media indiani, sia quelli ridicoli in lingua hindi che le eccitabili superstar dei notiziari in inglese, lasciano poco spazio alla parodia. Quindi in PL il rischio era di parodiare qualcosa che già nella realtà sembra una caricatura. I giornalisti tanto quanto i consumatori di notizie riconosceranno all'istante le verità celate nell'intenzionale comicità di PL. Il film è il più intelligente ed umoristico commentario indiano realizzato da lungo tempo: è di sicuro la sola vera black comedy in hindi degli ultimi 27 anni (vedi nel 1983 Jaane Bhi Do Yaaro).
Mayank Shekhar, 12.08.10

Cinema Hindi: ***1/2
Punto di forza: Raghubir Yadav, l'ironia feroce
Punto debole: la lentezza del primo tempo

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Omkar Das Manikpuri - Natha
* Raghubir Yadav (Firaaq) - Budhia, fratello di Natha
* Naseeruddin Shah - il ministro dell'agricoltura
* Nawazuddin Siddiqui (New York, Firaaq) - Rakesh Kapoor, giornalista locale
* Shalini Vatsa - Dhaniya, moglie di Natha
* Malaika Shenoy - Nandita Malik, giornalista nazionale in lingua inglese
* Farukh Jaffer (Swades) - la madre di Natha e Budhia
* Vishal O Sharma - Kumar Deepak, giornalista nazionale in lingua hindi

Regia e sceneggiatura: Anusha Rizvi
Colonna sonora: Indian Ocean (Black Friday) per Des Mera (audio), Nageen Tanveer per Chola Mati Ke (audio), gli artisti del villaggio di Badwai per Sakhi Saiyyan (titolo alternativo Mehngai Dayain) e Mathias Duplessy per il commento musicale.
Fotografia: Shankar Raman (The great Indian butterfly)
Montaggio: Hemanti Sarkar (Barah Aana)
Anno: 2010
Awards:
* miglior opera prima al Durban International Film Festival;
* Star Screen: miglior cast (aggiornamento del 02.03.11).
Sito ufficiale, nel quale Aamir Khan racconta in un video la trama del film, mentre il personaggio di Nandita Malik presenta il cast e la troupe
Area del sito di Aamir Khan Productions dedicata a PL

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 16.06.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Aamir Khan
* 03.07.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Aamir Khan
* 26.07.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Aamir Khan
* 12.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Omkar Das Manikpuri
* 13.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Anusha Rizvi
* 13.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Omkar Das Manikpuri
* 20.08.10, The Times of India: intervista ad Anusha Rizvi
* 21.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Anusha Rizvi
* 10.09.10, The Times of India: intervista ad Anusha Rizvi
* Bollywood Hungama: video della presentazione della colonna sonora, con l'esibizione di Aamir Khan alla batteria insieme agli Indian Ocean, e con l'esibizione degli abitanti di Badwai e di Raghubir Yadav
* Rajshri.com: video dedicato alla presentazione della colonna sonora
* Reuters: video della presentazione del film, con Anusha Rizvi, Raghubir Yadav e Farukh Jaffer
* Bollywood Hungama: video della proiezione speciale di PL, con Aamir Khan e Salman Khan
* Bollywood Hungama: intervista video ad Anusha Rizvi
* Deutsche Welle: intervista video ad Anusha Rizvi
* CNN-IBN: intervista video ad Aamir Khan raccolta da Rajeev Masand, prima e seconda parte
* Bollywood Hungama: intervista video ad Aamir Khan, prima e seconda parte
* NewsX: intervista video ad Aamir Khan
* NDTV: intervista video ad Aamir Khan
* ETC: intervista video ad Aamir Khan raccolta da Taran Adarsh (in hindi)
* India TV: intervista video ad Aamir Khan (in hindi)
* Video: intervista ad Aamir Khan raccolta da Jordan Riefe
* Bollywood Hungama: lista di tutti i link agli articoli e ai video dedicati a PL

Vedi anche:

CURIOSITA'

* Peepli (live) è stato presentato in prima mondiale al Sundance Film Festival 2010, ed è stata la prima pellicola indiana in concorso nella storia del Sundance. Successivamente PL è stato proiettato alla Berlinale 2010, al Melbourne International Film Festival 2010, al Durban International Film Festival 2010 (dove ha conquistato il premio per la miglior opera prima), all'Indian Film Festival of London 2010 e al festival di Cannes 2010 (nell'ambito di eventi collaterali). Aggiornamento del 24.11.10: PL nei prossimi giorni verrà presentato all'International Film Festival of India 2010 e al River to River Florence Indian Film Festival 2010. Aggiornamento del 28.09.11: PL è stato proiettato al World Cinema Amsterdam Festival 2011.
- Area del sito ufficiale del Sundance Film Festival dedicata a PL
- Testo di Aamir Khan dedicato alla prima mondiale di PL al Sundance
- NDTV: video con le dichiarazioni di Aamir Khan raccolte al Sundance
- Intervista video ad Aamir Khan al Sundance
- Bollywood Hungama: intervista video ad Aamir Khan al Melbourne International Film Festival
- Bollywood Hungama: intervista video unplugged ad Aamir Khan al Melbourne International Film Festival
- video dell'incontro di Aamir Khan col pubblico in sala al Melbourne International Film Festival: prima e seconda parte (aggiornamento del 10.11.10)
- Hindustan Times: dichiarazioni di Aamir Khan raccolte a Melbourne
- Hindustan Times: dichiarazioni di Aamir Khan a commento del premio conquistato a Durban.
* PL è stato selezionato per rappresentare l'India agli Oscar. E' la terza pellicola prodotta da Aamir Khan a ricevere questo onore, dopo Lagaan (che entrò nella cinquina) e Taare Zameen Par.
- The Times of India: video dell'annuncio
- The Times of India: video che raccoglie le dichiarazioni di Aamir Khan
- The Times of India: articolo che raccoglie le dichiarazioni del cast
Aggiornamento del 01.03.11: PL non ce l'ha fatta ad entrare nella cinquina.
* PL è il film hindi privo di star che ha goduto della distribuzione più massiccia nella storia di questa cinematografia. Seicento sale in India e cento all'estero (con l'esclusione della Gran Bretagna, Paese nel quale la pellicola è stata distribuita il mese successivo) sono state coinvolte nella programmazione di PL.
* Anusha Rizvi è un'ex-giornalista televisiva del canale NDTV. Prima di approdare al cinema ha girato diversi documentari. Mehmood Farooqi, assistente alla regia in PL, è suo marito. Mehmood ha lavorato in campo teatrale e nel giornalismo. La coppia vive a Delhi e pare non abbia nessuna intenzione di trasferirsi a Mumbai.
* Il 5 luglio 2010 Aamir Khan ha scritto nel suo blog: 'Realizzare un film insolito e stimolante come PL è sempre difficile, ma quando il risultato finale rispecchia le intenzioni del team, allora diventa davvero soddisfacente. Anusha ha scritto una superba sceneggiatura. Stratificata, divertente, significativa, con una meravigliosa gamma di personaggi e di situazioni. E' una sceneggiatura difficile da mettere in scena, e poichè per Anusha era la prima volta, io ero comprensibilmente nervoso. Ma Anusha ha operato mostrando una tale maturità da lasciarmi attonito, malgrado non sia mai stata assistente alla regia, nè abbia frequentato scuole di cinema. Sono molto felice di quanto Anusha ha realizzato, e soprattutto sono impressionato dal suo talento. Vorrei anche menzionare le interpretazioni che Anusha è riuscita a trarre dal cast. Potrebbe sembrare che io sia qui a lodare il film che ho prodotto, ed è vero, ma è più una manifestazione del mio apprezzamento per il talento creativo del team. E ne parlo pubblicamente perchè voglio pubblicamente riconoscere il lavoro svolto da Anusha - assistita dal suo abile aiuto regista Mehmood - e dal suo team'. Testo originale.
* Omkar Das Manikpuri iniziò la sua carriera a 17 anni approdando ad una forma locale di teatro folk, il Nacha, aggregandosi ad un gruppo teatrale itinerante nei villaggi. Omkar imparò a cantare, ballare, e si perfezionò nel mimo e nell'arte comica. Successivamente entrò nella nota compagnia Naya Theatre fondata a Bhopal dall'attore Habib Tanvir (Gandhi, Mangal Pandey), con la quale ebbe occasione di esibirsi in tutta l'India e anche all'estero. PL segna il suo debutto nel cinema. Omkar si presentò alle audizioni per una parte minore, ma la regista rimase talmente impressionata da affidargli il ruolo principale, scippandolo nientemeno che ad Aamir Khan.
* In PL molti attori sono adivasi. Con questo termine collettivo si indicano gli appartenenti ad etnie tribali eterogenee, considerate gli abitanti originari dell'India. I gruppi più consistenti di adivasi sono locati in Kerala, Orissa, Madhya Pradesh, Chattisgarh, Rajasthan, Gujarat, Maharashtra, Andhra Pradesh, Bihar, Jharkhand, Bengala occidentale, Mizoram ed altri Stati nordorientali, isole Andamane e Nicobare.
* Gli Indian Ocean sono una fusion-rock band fondata ufficialmente nel 1990 a Delhi. La formazione al dicembre 2009 si compose però nel 1994. Il primo album del gruppo, intitolato Indian Ocean, fu pubblicato nel 1993 e vendette 40 mila copie, a quel tempo un record assoluto per una band indiana. Nel 1997 venne distribuito Desert rain, il primo album dal vivo realizzato da un gruppo indiano. Desert rain fu registrato durante il concerto del primo gennaio 1997 alla Mandi House di Delhi davanti ad un pubblico in delirio e senza alcuna pianificazione: un nastro di fortuna inserito in un registratore all'ultimo momento. Nessuna casa discografica lo volle distribuire, e nacque così l'etichetta indipendente Independent Music. Successo colossale: Desert rain si vende ancora oggi, e nel 2006 conquistò la seconda posizione nella iTunes UK World Music Chart. Fra gli altri lavori segnaliamo Black Friday, distribuito nel 2004, colonna sonora dell'omonimo film e ad oggi il loro album di maggior successo. Asheem Chakravarty, cantante e percussionista degli Indian Ocean, è morto nel dicembre 2009. Le canzoni contenute nella colonna sonora di PL sono il suo ultimo lavoro. Pare che Aamir Khan stia organizzando un video tributo che dovrebbe contenere l'ultima performance di Asheem a Singapore, nonchè le interazioni fra il cantante, Aamir e il resto della troupe di PL. Sito ufficiale della band.
* La musicista Nageen Tanvir è la figlia di Habib Tanvir. Nageen ha studiato in modo approfondito il canto classico e le tradizioni musicali tribali e folk dell'India settentrionale e centrale. Nageen ha composto la musica per molti spettacoli del Naya Theatre.
* I musicisti del villaggio di Badwai suonano il folk per passione nel tempo libero, allietando feste e rituali. Di professione sono maestri, agricoltori, inservienti. Utilizzano strumenti elementari. Il brano che presentano in PL, Sakhi Saiyyan, è stato registrato dal vivo sul posto in una sola notte e non ha subito nessun cambiamento successivo. E' la prima volta che questo gruppo appare in un film.
* Aamir Khan ha organizzato una proiezione di PL esclusivamente per Amitabh e Jaya Bachchan, malgrado Big B fosse disposto a partecipare alla proiezione allestita qualche giorno prima per i colleghi e per gli amici di Aamir. Amitabh ha scritto nel suo blog: 'PL mi ha riportato alle origini, alle mie radici. Ma a parte questo, il film è superbo, ed è piaciuto anche a Jaya, soprattutto per la selezione degli attori e per le loro interpretazioni. A cena abbiamo poi discusso con Aamir sull'opportunità di realizzare più pellicole di questo tipo, e se il compito del cinema debba essere quello di educare il pubblico o di intrattenerlo allontanandolo dalla realtà. Aamir è un tipo calmo, introspettivo, sincero'. Testo originale.
* In India due abitanti su tre vivono nelle aree rurali. 150 mila agricoltori indebitati si sono suicidati nel periodo 1998-2008, con una media di 41 suicidi al giorno (fonte: Tata Institute of Social Sciences).
* Nella regione indiana di Vidarbha, tristemente nota per i suicidi di agricoltori, alcuni abitanti del luogo hanno vivacemente protestato contro PL, sostenendo che nel film l'argomento venga troppo semplificato, e che PL sia un insulto alle vittime del tragico fenomeno: nella pellicola il protagonista contempla il suicidio al fine di ottenere un contributo governativo per la sua famiglia. Ma nella realtà gli agricoltori si tolgono la vita perchè disperati, senza secondi fini. PL getterebbe quindi un'ombra sulle richieste avanzate dalle vedove per ottenere il contributo. Articolo di Hindustan Times.
* Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha assistito ad una proiezione speciale di PL organizzata presso la sua residenza ufficiale. All'evento erano presenti Anusha Rizvi, Aamir Khan, Raghubir Yadav e Omkar Das Manikpuri. Fra l'altro l'idea di PL nacque in occasione della visita di Manmohan Singh in Andhra Pradesh nel 2004, nel corso della quale Singh annunciò un risarcimento alle famiglie abitanti in un distretto flagellato da un centinaio di casi di suicidio.
* Il Plan Panel, organo della Planning Commission, la commissione governativa indiana per lo sviluppo, ha organizzato una proiezione speciale di PL per i suoi membri, al fine di comprendere meglio i problemi delle aree agricole indiane, nonchè la percezione che i cittadini hanno nei confronti dei programmi di sviluppo. Il Plan Panel, recentemente oggetto di severe critiche, è intenzionato a modificare le proprie strategie in vista del varo del dodicesimo piano quinquennale di sviluppo economico. Pare che anche il ministro delle finanze intendesse organizzare una proiezione di PL per i suoi collaboratori. Articolo di The Times of India.
* Alcuni partiti politici hanno chiesto ad Aamir Khan l'autorizzazione ad utilizzare il brano Sakhi Saiyyan nella campagna elettorale in Uttar Pradesh e in Bihar. La canzone, interpretata da Raghubir Yadav, parla di prezzi e di inflazione. Aamir Khan ha rifiutato. Bollywood ha prestato spesso brani canori alla politica. L'anno scorso il partito del Congresso adottò Jai Ho come inno in occasione delle elezioni politiche. Nel 2007 Chak De! India venne utilizzato dal Congresso del Gujarat per le elezioni dello Stato. Il paroliere Sameer ha riscritto in chiave parodistica il testo di un brano della colonna sonora di Love Aaj Kal, Chor Bazaari, per la campagna elettorale di Ashok Chavan, attuale primo ministro del Maharashtra. Nel 1984 la canzone Khaike Paan Banaraswala, tratta da Don e scritta dal padre di Sameer, interpretata da Kishore Kumar e visualizzata sullo schermo da Amitabh Bachchan, venne adottata dal Congresso per promuovere lo stesso Bachchan durante la sua campagna elettorale ad Allahabad. Articolo di The Times of India.
* La storia narrata in PL è ambientata nello Stato fittizio del Mukhya Pradesh. Il film è stato girato in un villaggio chiamato Badwai, vicino a Bhopal. Le autorità locali hanno chiesto ad Aamir Khan di organizzare nel villaggio una scuola di recitazione per bambini, e sembra che la star stia seriamente prendendo in considerazione il progetto.
* Il promo di presentazione di PL è in realtà uno spassoso spot pubblicitario che mostra una sequenza non inclusa nel film interpretata dal personaggio di Kumar. Nel video il reporter si trova in una località chiamata Peepli, davanti ad una bancarella che vende patatine e biscotti sulle cui confezioni è ben visibile il volto di Aamir Khan. I nomi dei prodotti sono 'Gajni' e 'Amir Khan', entrambi scritti in modo scorretto. Il giornalista dichiara: 'Vediamo se questo film sarà un successo o se Aamir sarà costretto a vendere patatine e biscotti per vivere'. E a camera spenta aggiunge: 'Non si fa mica un Lagaan tutti i giorni. Aamir dev'essere impazzito'. Pare che quest'ultima battuta sia stata suggerita dallo stesso Aamir. Le patatine e i biscotti mostrati nel filmato sono davvero in vendita in India. La troupe li ha scovati in un villaggio vicino a Bhopal.
* Riferimenti a Bollywood: Shilpa Shetty, Saif Ali Khan, Kareena Kapoor. La suoneria del cellulare di uno dei personaggi è Pappu can't dance!, brano tratto dalla colonna sonora di Jaane Tu Ya Jaane Na. La canzone che il figlio di Natha canticchia alla scomparsa del padre è Meri Jaan AAA, dalla colonna sonora di Om Dar-B-Dar.
* Film che trattano il tema dei rapporti fra cittadino e istituzioni: Well done Abba, Khatta Meetha. Film che trattano il tema dei media: It's breaking news, Rann. Film ambientati in villaggi rurali: Lagaan, Swades. Film che trattano il tema dei suicidi nelle aree rurali: Gabhricha Paus, in lingua marathi.

GOSSIP & VELENI

* Pare esistano più di mille villaggi in India chiamati Peepli, ma quello situato vicino ad Aligarh, al confine fra l'Uttar Pradesh e l'Haryana, è stato particolarmente baciato dalla fortuna. Sembra che nel mese precedente alla distribuzione del film vi siano state numerose richieste di acquisto di immobili, col risultato di provocarne il raddoppio del prezzo, nonchè richieste di contrarre matrimoni con giovani del luogo. Molti pensavano che la pellicola fosse stata girata in quel villaggio. Articolo di Hindustan Times.
* Anusha Rizvi ha dichiarato di aver inviato via e-mail qualche anno fa la sceneggiatura di PL ad Aamir Khan. Sorprendentemente la star rispose al messaggio: in quel periodo Aamir era impegnato sul set di Mangal Pandey - The rising, la sceneggiatura di Anusha era intitolata The falling, e l'attore pensò ad uno scherzo.
* Il 21 settembre 2010 è stata organizzata a Feltham (Londra) una proiezione speciale di PL alla presenza di Aamir Khan, seguita da un dibattito pubblico a cui hanno potuto partecipare i fan della star. Video. Dichiarazioni di Aamir Khan.
* Non tutti hanno accolto con favore la selezione di PL per rappresentare l'India agli Oscar. Il giornalista Gautaman Bhaskaran ha scritto su Hindustan Times: 'PL è stato pubblicizzato con una fuorviante tag line. Il film non tratta il tema dei suicidi di agricoltori, tema solo sfiorato dalla trama. Come il titolo stesso indica, PL tratta l'argomento dei canali televisivi di informazione, e della guerra di ascolti che ha trasformato buoni giornalisti in goffi paparazzi. PL è al meglio un dramma esagerato, a volte pretenzioso. Inoltre la storia non è peculiarmente indiana, perchè narra vicende che accadono ovunque, mentre l'Academy è interessata solo ad un cinema che catturi il sapore locale. La Film Federation of India sembra privilegiare le pellicole bollywoodiane, tranne rare eccezioni (vedi il film marathi Harishchandrachi Factory, selezionato lo scorso anno). Dal 1965 ad oggi, solo tre pellicole indiane sono state incluse nella famosa cinquina per il miglior film straniero: Mother India (1957), Salaam Bombay (1988) e Lagaan (2001). Erano tutte in hindi e nessuna vinse il premio. Ma l'India in questo periodo ha realizzato alcune pellicole eccezionali: i brillanti classici di Satyajit Ray, gli accattivanti lavori di Ritwick Ghatak e di Mrinal Sen, il poetico cinema di Buddhadeb Dasgupta, gli emozionanti film di Aravindan, nonchè l'eccellente produzione di Adoor Gopalakrishnan. Nessuno di loro è stato mai preso in considerazione. Peggio, è stato ignorato anche il miglior cinema in lingua hindi: Guru Dutt, Bimal Roy, Raj Kapoor, Shyam Benegal. Well done Abba di Benegal, un'interessante satira sul sistema burocratico e politico indiano narrata da un ingenuo autista (Boman Irani, che ha regalato un'eccellente performance), sarebbe stata una scelta migliore. Così come il bengalese The Japanese wife'. Articolo originale. Anche uno dei produttori di Udaan, Sanjay Singh, si è mostrato scettico nei confronti di PL dichiarando al Mumbai Mirror: 'L'argomento dei suicidi di agricoltori è rappresentato in modo interessante in PL, ma l'argomento dei media è già stato visto in cento altri film. Negli ultimi cinque anni sono state selezionate tre pellicole interpretate e/o dirette e/o prodotte da Aamir Khan. Questo significa che Aamir Khan è l'unico a produrre del buon cinema in una delle più grandi industrie cinematografiche al mondo? Perchè i film vengono giudicati sulla base della presenza di un attore? Dobbiamo smetterla con questa fissazione sulle star e andare oltre'. Articolo originale.
* Il 17 ottobre l'Indian Express ha raccolto un'intervista rilasciata da Anusha Rizvi e dal marito Mehmood Farooqi, nella quale la coppia si mostra perplessa riguardo ad alcune decisioni prese, sembra, unilateralmente da Aamir Khan, e relative al montaggio di PL, ai ringraziamenti, ad alcuni mancati compensi. Fra le altre cose, Farooqi ha dichiarato: 'Ci sono degli aspetti da chiarire: collaborare con Aamir Khan ha comportato diversi vantaggi. La sceneggiatura è rimasta piuttosto fedele a quella originale scritta da Anusha. Abbiamo gestito il casting e in larga parte le riprese come volevamo. Molti a Mumbai si aspettavano che avremmo celebrato questa non-interferenza, o quanto meno l'assenza di interferenze negative. Ma tutto dipende dal punto di vista. Dalla prospettiva mumbaita, probabilmente abbiamo fatto un ottimo affare. Però noi proveniamo dal circuito indipendente, e l'assenza di interferenze non ci sembrava motivo sufficiente per lodi sperticate'. La polemica si sta ingigantendo di ora in ora, infettando siti di informazione e forum di cinema. Aamir ha replicato nel suo blog: 'Ritengo che Anusha abbia realizzato un buon film, e questo è quanto. Conosco bene le mie responsabilità di produttore, e mi assicuro sempre di poterle affrontare. Non sono affatto turbato dall'intervista, perchè so qual è la verità, ed auguro loro ogni bene'. Articolo di Bollywood Hungama. (Aggiornamento del 20.10.10). Aggiornamento del 05.11.10: in occasione della presentazione del dvd di PL, Aamir Khan ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti la decisione di Anusha Rizvi di non partecipare ad eventi pubblici a sostegno del film. Articolo di Hindustan Times. Video di Bollywood Hungama. Photogallery di The Times of India.
* Il personaggio di Rakesh sfoggia un braccialetto identico a quello di Salman Khan. Anche Sallu lo ha notato, e quando gli è stato chiesto un parere su PL, la star ha spiritosamente risposto: 'Mi è piaciuto molto, soprattutto il mio personaggio'. Pare che l'accessorio, a cui Salman è affezionato da anni, sia talmente desiderato dai suoi fan che in India le copie vengono vendute ovunque (a dieci rupie). Anusha Rizvi ha ammesso di aver acquistato per Rakesh proprio una di queste copie.
* Lagaan fu battuto agli Oscar da No man's land, il cui argomento è curiosamente analogo a quello di PL.