08 luglio 2011

HOWRAH BRIDGE



Howrah Bridge, come altri graziosi film di quegli anni,  (Taxi driver, Aar Par ) propone un inebriante cocktail di elementi noir , seduzioni sensoriali, intrattenimento e tocchi di eccentrica vitalità. Shakti Samanta, che ci ha regalato numerosi cult movies spumeggianti e disimpegnati, crea una cornice irresistibile per l’avvenenza illimitata di Madhubala e per il fascino misterioso di Ashok Kumar. L’icona della bellezza giovanile affianca l’uomo maturo, riflessivo, dal passato ricco di segreti. Musiche coinvolgenti e sensuali, attimi di divertente commedia, un’elegante fotografia. Date le premesse, la trama più o meno plausibile diviene solo un dettaglio.


TRAMA
Prem (Ashok Kumar) corteggia la cantante di un night club (Madhubala) per ottenere informazioni su alcuni gangster di Calcutta coinvolti nell’assassinio del fratello, l’uomo era stato ucciso in circostanze misteriose e derubato del tesoro di famiglia, una preziosa maschera birmana. Sfruttando la sua amicizia con la bellissima Edna, Prem riesce ad introdursi nell’underworld della città ma la ragazza è così attraente che il detective finisce per innamorarsene e scatena l’ira del boss Pyarelal (KN Sigh).


Il film risente di alti e bassi ma cattura inevitabilmente nella sua rete. E’ una tentazione ipnotica in bianco e nero, una morbida superficie su cui abbandonarsi. L’intreccio è piuttosto semplice da sciogliere ma la banalità della storia non compromette la buona riuscita globale, tutto si affida al carisma dei due interpreti,  alle numerose canzoni di O.P. Nayyar, alle atmosfere torbide ma vellutate. Madhubala è stata una delle presenze femminili più appassionanti nella storia del cinema indiano, splendida, fragile e commovente nei ruoli drammatici (Mughal e Azam), brillante e piacevolmente frivola nelle commedie (Mr & Mrs 55); in Howrah Bridge i  numeri musicali, "Aaye Meherbaan" e "Dekh ke teri nazar"  dimenticano i passi di danza per concentrarsi solo sul suo volto, sulle sue irresistibili espressioni.
Uscendo dal buio di sotterranei, nascondigli e night club, il film indulge in numerose riprese per le vie di Calcutta, il fiume è testimone del duetto romantico tra Prem e Edna, "Yeh kya kar daala tune", e il ponte simbolo della città è la location delle sequenze di apertura e chiusura del film. Il folklore locale e l’identità nazionale si fondono con bizzarri esotismi : la preziosa maschera birmana, l’ombrellino orientale di Edna, i costumi cinesi di Helen, gli improbabili gangster venuti da lontano.
Howrah Bridge sigilla a meraviglia un interessante incontro cinematografico, quello tra Ashok Kumar, il protagonista /detective in cerca della verità, e l'irraggiungibile Madhubala,  splendida musa, innocente e contesa, i due avevano già lavorato insieme nell'interessante Mahal (1949). Al quadro si aggiungono ladri e sicari, abbigliati in modo alquanto vistoso, e una sorridente item girl (Helen) che conquista il pubblico con  “Mera naam Chin Chin Choo” , un motivetto simpatico e facile da memorizzare che (a giudicare dalla sua popolarità) sembra non risentire affatto degli anni che passano.

Il mio giudizio sul film ***  3/5

ANNO: 1958

REGIA : Shakti Samanta

CAST
Ashok Kumar …………………….. Prem Kumar / Rakesh
Madhubala ………………………. Edna
K.N. Singh ………………………… Pyarelal
Madan Puri ……………………… Chang
Om Prakash …………………….. Shyamu
Dhumal ………………………. Uncle Joe
Helen ………………………. cabaret dancer


COLONNA SONORA : O.P. Nayar

PLAYBACK SINGERS : Geeta Dutt, Asha Bhosle, Mohammad Rafi, Shamshed Begum


QUALCOS’ALTRO

In una scena del film Ghulam Aamir Khan canticchia il ritornello di “Mera naam Chin Chin Choo”.
Tra i molti film in cui il celebre ponte di Calcutta appare nelle scene : Yuva, Parineeta, Calcutta Mail, Hey Ram, Pokkisham (tamil), Baadmash Company, Raincoat, Do Bigha Zameen.
L’attore Mehmood, celebre per i suoi ruoli brillanti, ha un piccolo ruolo nel film accanto alla sorella, Minoo Mumtaz, i due danzano insieme in “Gora rang chunariya

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