29 luglio 2011

RAAM



Raam è un film dall’esecuzione scarna ma ruggente, a tratti perfino straziante, realizzato con un budget limitato e senza particolari artifici ed incentrato sulla perfomance dell’indomabile Jeeva, giovane interprete la cui filmografia è già costellata di ruoli difficili e impegnativi. Il racconto è aspro ma fascinoso, le tinte sono estreme, spesso addirittura sinistre, la storia è a volte sussurrata all’orecchio, altre urlata con rabbia e impazienza, il suo incedere è nervoso. Ameer Sultan, in passato assistente favorito di Bala, produce e dirige il suo secondo successo dopo il più commerciale Mounam Pesiyadhe e ci mostra attraverso questo thriller, per niente ingenuo, quanto il suo spirito sia temerario e le sue idee originali.

TRAMA
Raam (Jeeva) e la giovane madre Saratha (Saranya Ponvannan) vengono trovati chiusi dentro la loro abitazione sdraiati su un lago di sangue. La polizia li crede entrambi morti ma il ragazzo è ancora vivo e non vuole separarsi dal corpo della mamma. Date le sue reazioni violente e i suoi problemi comportamentali, Raam viene accusato di aver compiuto l’omicidio della donna con la quale condivideva un legame ossessivo. La storia corre indietro nel tempo e mostra il rapporto tra i due, l’abbandono del padre e l’isolamento della loro vita quotidiana che li aveva stretti in un affetto morboso.

Nella prima parte il regista dipinge un ritratto accurato del protagonista, la vera storia si sviluppa in seguito, quando, tra un depistaggio e l’altro, iniziano a venire a galla le diverse versioni dei fatti. Il film resta sempre fedele alle sue linee guida e invita a non perdersi nei tanti possibili sub-plots, le  vite degli altri personaggi vengono appena accennate perché il fulcro di tutto è la figura di Raam e i suoi molteplici volti. Jeeva si è sottoposto ad una lunga preparazione al ruolo ed ha costruito un profilo ombroso e complesso. Il giovane  è inavvicinabile, aggressivo, il suo aspetto è raffinato ma anche virile, se gli atteggiamenti ricordano le tenerezze di un bambino la sua carica erotica è ben aldilà di quella posseduta da un teenager. L’attore sviluppa il personaggio tra le contraddizioni ma lo rende un essere vivo e reale, fissa lo schermo con i suoi occhi nerissimi e profondi, dosa poteri distruttivi e fragilità, ripete slogan inquietanti, si dedica ad attività spirituali ma lascia emergere una rabbia violenta o si immobilizza terrorizzato al suolo.
La solitudine e l’isolamento stringono Raam e la madre in un rapporto sanguigno e passionale che tuttavia non varca mai la soglia dell’incesto. L’abbandono del marito rimane un trauma per Saratha, la donna viene lasciata sola nel pieno della sua giovinezza, il figlio cresce inquieto e si interroga sulla possibili misfatte dell’uomo. Raam, la cui integrazione sociale è già resa difficile da una forma di autismo, sente addosso le accuse dei compagni di scuola che lo etichettano come diverso e si burlano del fatto che sia nato da una madre single e non conosca l’identità di suo padre. Il ragazzo si difende dichiarandosi “il figlio di Dio” e ad esso cerca di avvicinarsi attraverso la meditazione nella natura e la penitenza.
Il nevrotico susseguirsi degli eventi e i toni prevalentemente dark vengono mitigati dai brani musicali del maestro Yuvan Shankar Raja. La colonna sonora ha qui una funzione puramente narrativa e non invasiva, vengono proposte sonorità tipiche della Katakali, la danza - teatro del Kerala, le coreografie sono assenti, melodie soavi vengono affiancate a testi poetici o taglienti che ci confidano dettagli sul vissuto dei personaggi.
La location è Kodaikanal, paesaggio di montagna ben lontano dall’essere idilliaco, una foresta fitta e nebbiosa, ignorata dai raggi del sole, la fotografia si concentra solo sulle tinte opache e scure, il buio degli interni, il verde degli alberi altissimi a coprire il cielo, il grigio delle nuvole pesanti. La narrazione intrigante, dai ritmi serrati, impedisce allo spettatore di annoiarsi o anche solo di posare gli occhi altrove.


Il mio giudizio sul film : ****1/2   4,5/5


ANNO : 2005

LINGUA : Tamil

REGIA : Ameer Sultan


CAST

Jeeva …………………. Raam
Saranya Ponvannan ……………… Saratha
Murali ………………… Mailachamy
Rehman ………………. Umar
Gajala ……………….. Karthika
Kanja Karuppu ……………… Valhadavan
Kunal Shah …………………. Satish



COLONNA SONORA : Yuvan Shankar Raja

PLAYBACK SINGERS : Yuvan Shankar Raja, Madho Balakrishnan, Vijay Yesudas, KJ Yesudas, Ranjith, Jyotsna, Premji Amaran



QUALCOS’ALTRO:

Il film è stato Selezionato al Goa International Film Festival ed ha vinto nel 2006 ben due premi al Festival Internazionale del Film di Cipro: Miglior Attore Protagonista (Jeeva) e Miglior Colonna Sonora (Yuvan Shankar Raja)

Sito Web del fantastico protagonista : JeevaOnline

Mini profilo di Jeeva nella sezione : I Volti Maschili del Cinema Tamil

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