01 marzo 2016

KAAKA MUTTAI





Si consolida il sodalizio professionale tra Dhanush e il regista Vetri Maaran (Aadukalam). Insieme producono e promuovono un film delizioso che si è fatto notare in festival cinematografici di mezzo mondo, dalla standing ovation alla prima assoluta di Toronto alla programmazione del festival del film di Roma, di Dubai, Londra e Los Angeles. Vincitore di due National Awards e debutto perfetto per un nuovo e promettente regista.


TRAMA
Due bambini vanno a caccia di uova di corvo arrampicandosi ogni giorno nell'albero del parco. Vivono negli slums con la mamma e la nonna, il padre è in prigione ed entrambi hanno dovuto lasciare la scuola per lavorare. Quando la pianta viene tagliata dal cortile la loro golosità incontra un nuovo desiderio: la pizza.


Per tutto il film non si conosce mai il nome dei due bimbi, chiamati sempre con i soprannomi di Piccolo e Grande "Kaaka Muttai" dalla loro golosità per le uova di corvo. Le stesse che i bimbi rubavano dalla pianta, arrampicandosi fino alla cima e rischiando pure di cadere. Da un giorno all'altro questo desiderio si annulla per lasciare spazio ad un altro sogno, un'immagine bella, invitante e nuova. Una pizza fumante. Promossa dagli spot televisivi ma anche presentata in gran stile da un sapiente marketing aziendale. I nuovi fast food luoghi in cui tutto è bello, pulito e colorato, dai volantini alle scatole, dalla simmetria di colori degli ingredienti alle vetrate lucidissime. La pizza diviene un'ossessione, una rivalsa, un progetto da portare avanti nel tempo e la volontà di fare il passo più lungo della gamba, sfiorando qualcosa che non rientrerebbe nelle loro possibilità.

Davanti ai desideri si è tutti un po' bambini perchè si spera, si pianifica, si sottrae alla vita di tutti i giorni del tempo per vagare in immaginazioni e suggestioni. Un viaggio mentale che anche in Kaaka Muttai è più gustoso e intrigante della meta stessa. Un desiderio rimandato può annullarsi nel tempo, oppure diventare sempre più forte, rubando spazio ad ogni altro pensiero. Ed ecco che nel giro di poche scene la pizza inizia a materializzarsi in qualcos'altro, e poi in altro ancora. In un modo del tutto geniale.

L'attrazione verso qualcosa diviene più forte se le condizione esterne non permettono di ottenerla. Attraverso una narrazione semplice ma ricca di coinvolgimento e sub-plots tutte le diverse figure, dai protagonisti ai personaggi minori, incarnano diversi aspetti del desiderio. All' abbondanza di qualcosa segue la mancanza e la ricerca disperata di qualcos'altro. Non si può fuggire al richiamo del piacere ma la maestria di ognuno (insieme al rischio) sta nel concretizzare un'idea seguendo la strada giusta. Trattandosi di una storia realistica e non di una fiaba i due piccoli fanno passi falsi e cedono alle tentazioni sottraendo però  sempre qualcosa a qualcuno, si inizia con le uova deposte dal corvo e si finisce con il rubare. Difficile sapersi fermare in tempo, riuscendo a rendere la realizzazione del proprio sogno un percorso costruttivo e non un'ossessione malsana.

Nella creazione di questo desiderio contribuisce la presenza della Tv, ironicamente ben due televisori, uno accanto all'altro, in una stanza piccolissima in cui voci diverse si mischiano in un mormorìo incomprensibile,  le sue immagini consolidano desideri già presenti (per esempio la voglia dei due fratelli di avere un cellulare) e ne creano di nuovi (come l'idea della pizza filante nella sua bella scatola).

Un bel film ha sempre molte cose da dire, diverse le emozioni in gioco che come carte in tavola si mescolano ad ogni turno. La globalizzazione e le difficoltà che si incontrano in città dove strati sociali opposti convivono senza sfiorarsi, e non è difficile immaginare cosa succede quando i mondi isolati vengono messi all'improvviso uno di fronte all'altro. Un confronto che fa male e intacca la routine di entrambi. 

L'immagine strumentalizzata dei due piccoli diviene il secondo sviluppo della storia. Una povertà che da fastidio se la città parallela è mossa da vibrazioni positive di crescita e sviluppo. Poi improvvisamente mostrata per attirare l'attenzione e trasformare tutti come per incanto in cittadini modello e benefattori. Insomma una realtà promossa o scacciata a seconda di come tira il vento, nella vita quotidiana come nei film, nei giornali e nei grandi dibattiti.

Kaaka Muttai sa bene come toccare le corde giuste dentro l'anima degli spettatori, cosa mostrare e quali sentimenti sfiorare, quando lasciar esplodere tenerezza e dolore ma anche quando ritrarsi senza dare troppe spiegazioni. Il film ha un'equilibrio perfetto e non smuove mai l'ago della bilancia nè in una direzione nè in un'altra. Il realismo e le emozioni forti che caratterizzano i film tamil non mancano ma tutto è intriso di dolcezza, di fiducia e di speranza.

Essendo un film complesso che gioca sulle sfumature, in Kaaka Muttai non esistono buoni e cattivi, nemmeno elementi del tutto positivi e negativi. La stessa fantomatica pizza, oggetto del desiderio per eccellenza, spinge i bimbi a mentire e a vivere di espedienti  ma al tempo stesso li distrae per un po' dai loro problemi, li aiuta a non pensare all'assenza del padre, li unisce in un obiettivo comune e in qualche modo li fa crescere.  L'esperienza costruttiva del film si estende anche al pubblico, che inevitabilmente si sentirà bussare dentro, e cambia le sorti dei due giovani attori, la cui vita è iniziata veramente negli slums di Chennai ma proseguirà tra i banchi di scuola e il mondo del lavoro grazie all'aiuto che Dhanush ha promesso di garantargli nel corso degli anni.

Il mio giudizio sul film : ****1/2  4,5/5

ANNO : 2015

REGIA : M. Manikandan

TRADUZIONE DEL TITOLO : Uova di corvo

LINGUA : Tamil


CAST:
V Ramesh ..... Chinna Kaaka Muttai
J Vignesh ..... Periya Kaaka Muttai
Iyshwarya Rajesh ............. la mamma dei due protagonisti
Babu Anthony ........... Shiva
Apparizione speciale di Silambarasan nella scena dell'inaugurazione


COLONNA SONORA : GV Prakash Kumar

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