26 luglio 2016

kabali



primo. la supersuperstar rajinikanth non si discute. è una fede. un assioma vivente. nella topten divina lui è oltre - verso l’alto. è il supersuperdio che il dio (a voi la scelta) al numero uno se guarda in su può vedergli al massimo le mutande. in un giorno sereno.

secondo. la filmografia della supersuperstar rajinikanth segue - impone - un’estetica sua propria. con leggi proprie. mica una cosetta improvvisata al momento in cucina. un’estetica consolidata nel tempo. sacra e incontestabile.

terzo. i devoti della supersuperstar rajinikanth sono infiniti. e infinita è la venerazione. se non sei devoto non puoi capire quindi superfluo che stia qui a spiegarti. amen.

ciò premesso kabali risulta un tantino complicato da recensire. pellicola di intrattenimento con velleità sociali. piacevole ma non indimenticabile.

applauso:
all’aura supersuperdivina di rajini. al look naturale privo del solito candeggio. al personaggio che condivide l’età anagrafica con l’attore. ad alcuni lampi di buona recitazione. a radhika apte – anche se sprecata. ad alcuni comprimari. al finale inaspettato. alla colonna sonora. ai sottotitoli pure per le risate e i sospiri (uno su tutti: *nostalgic sigh*).

però:
la sceneggiatura è piatta ripetitiva e allentata. colpi di scena posticci. antagonista di cartone. troppi spazi morti. si potevano approfondire temi appena accennati (sfruttamento dei lavoratori tamil in malesia. identità e orgoglio culturali. divisioni castali. disagio minorile. emancipazione femminile) e rendere la narrazione più articolata. capitemi: non snaturare l’intrattenimento. arricchirlo. non mancano spunti umoristici nè emozioni. perchè non moltiplicarli in 150 – centocinquanta – minuti di film?
c’era un direttore artistico nel cast tecnico? davvero?
sangue a fiumi. vi avviso.


comunque:
quarto. la proiezione di un film con la supersuperstar rajinikanth è un evento di proporzioni epiche. ossia: gli sfigati vanno semplicemente al cinema (capirai). i devoti celebrano. persino nell’anestetizzata milano. al beltrade (santi tutti. vi amo) come a chennai. eccheccazzo. nel buio della sala  esplode un boato – maschile - quando sullo schermo appare a caratteri cubitali la prima S. applausi e cori da stadio a scandire lettera per lettera:

S U P E R S T A R


un’esperienza che consiglio.

eLLeSSeDì

Nessun commento: