10 luglio 2016

VISARANAI



Ancora frastornata, con un nodo in gola nonostante siano passate anche più di 24 ore apro una nuova pagina e inizio a parlare di Visaranai, nuovo lavoro di un regista che stimo moltissimo, Vetrimaraan, per non parlare del produttore, il magico Dhanush. Un binomio perfetto che ha intuito già con  Aadukalam e Kaaka Muttai quali siano le coordinate per far breccia nel cuore degli spettatori. Ma anche sventrarli volendo, dilaniandone l’anima e lo stomaco, facendo risuonare la propria voce ben oltre il tempo della proiezione.  Non posso dire che Visaranai sia il film tamil che mi è piaciuto di più negli ultimi tempi ma di certo è andato a intaccare la mia tranquillità, mi ha dato una scossa, mi ha lasciata assetata, inquieta, nervosa. A volte è sufficiente solo una scena, uno sguardo e l’ago della bilancia si inclina di colpo in una direzione, quella giusta.

TRAMA
Tre ragazzi di umili origini, emigrati dal Tamil Nadu in Andhra Pradesh per svolgere lavori di manovali e commessi, vengono arrestati improvvisamente e sottoposti a pesanti interrogatori – tortura. I poliziotti che hanno in carica la risoluzione del caso sono più interessati a concludere la faccenda facendo arrestare tre persone prese dalla strada piuttosto che indagare e raggiungere i reali colpevoli.

La prima parte del film, dalla cattura al rilascio dei tre protagonisti, è ispirata ad una vicenda reale, un conducente di rickshaw e altri due uomini sono stati prelevati di notte dalla polizia e torturati per tredici giorni solo per confessare crimini che non avevano mai commesso. L’autista, una volta uscito dall’incubo ha raccontato la sua vicenda in un libro, Lock Up, divenuto lo spunto di partenza per la sceneggiatura di Visaranai. Nella seconda parte ritroviamo sempre i tre personaggi ma in una storia diversa, altrettanto drammatica, che fortunatamente pero' non è frutto di un’esperienza vissuta. Visaranai è noto anche in Italia già dal 2015 quando venne proiettato in prima assoluta al Festival di Venezia, in concorso nella sezione Orizzonti (la prima volta per un film tamil) e premiato da Amnesty International.

L’indolenza, la corruzione, l’impassibilità del gruppo di poliziotti crudeli e svogliati è impressionante, i dialoghi sono crudi, le immagini ancora di più. Nella violenza, nell’ingiustizia, nella disperazione, si mantiene viva la tenacia di chi è disposto a tutto pur di non perdere la dignita’.  La fierezza e il coraggio di chi e' certo di essere nel giusto infiammano lo sguardo del protagonista, Pandi, solidale con i suoi compagni di sventura, quasi impassibile al dolore fisico in un istante che buca lo schermo e fa scattare il salvavita dell’impianto elettrico. Non voglio spoilerare la scena, ma tanto di cappello alla scelta di Vetrimaaran e all’interpretazione di  Dinesh Ravi, naturale, diretta. I suoi occhi sono bellissimi, e parlano.

Visaranai più che un film pare un documentario, una disavventura sanguinosa che mette in mostra il marcio della società e sembra ripresa da telecamere nascoste.  L’innocenza diviene un bagaglio scomodo da portarsi dietro quando si mette piede in una grande città e si è solo parte degli “ultimi”. Vulnerabili e vacillanti rispetto chi sa guardarsi le spalle e conosce bene il luogo facendone già parte. I crimini compiuti nella piccola caserma non sono solo i racconti delle ingiustizie subite da M.Chandrakumar, il rickshaw driver di Coimbatore, e nemmeno le vicende di Pandi, Murugan e Afazal, i tre protagonisti del film, se Visaranai ferisce è perché a suo modo da voce alle urla inascoltate, alle lacrime versate in silenzio da tanti volti che agli occhi del mondo non avranno mai nome.

Il film parla chiaro e presenta un esempio semplice. Il potere spesso puzza di marcio e a volte non ci si può fare proprio niente.  La verità non vince, la lealtà non porta lontano, neanche l’amicizia e la compassione possono avere la meglio su situazioni scritte dall’alto, pronte ad essere strumentalizzate, eseguite o insabbiate. Può l’uomo essere abbandonato nel dolore? Manovrato come una pedina in una scacchiera? La necessità di essere tutti uguali e di dover godere degli stessi diritti è solo un’utopia? Solo belle parole? Per lanciare un fiammifero acceso bastano due dita e il regista lo sa bene. Grazie ancora una volta al Cinema Tamil.


Il mio giudizio sul film : **** 4/5

ANNO : 2016

LINGUA : Tamil

TRADUZIONE DEL TITOLO : Interrogatorio

REGIA : Vetrimaaran

CAST :
Dinesh Ravi ……… Pandi
Aadukalam Murugadoss ……… Murugan
Silambarasan Ratnasamy ………… Afzal
Anandhi ………….. Shanti
Samuthirakani ………. Muthuvel
Kishore …….. KK

COLONNA SONORA : G.V. Prakash Kumar


Vedi anche :
Mostra del Cinema di Venezia 2015 (dalla sezione News & Gossip)

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